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Pensieri e parole: Ahi passion di Cristo e di Milano

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di Frank Parigi

Leggendo la classifica metropolitana, ovvero quella ottenuta con la somma dei punti delle squadre delle cinque città in cui si gioca un derby cittadino si scopre che è questa: Roma 38 (22 + 16) con una partita in meno, Genova 37 (19 + 18), Torino 37 (25 + 12), Milano 31 (16 -15) e Verona 17 (12 + 5) ed anche per la città di Giulietta c’è una partita in meno.

Milano, la città fino all’anno scorso più titolata d’Italia (36 scudetti), è desolatamente ultima (Verona non può essere considerata  in questa classifica).

Ieri Donadoni ha salvato la panchina (sua) incendiando nuovamente quella di Mazzarri, stasera il “laboratorio Milan” sta perdendo 2-0 al “Meazza” con il Palermo di Beppe Iachini che sulla panchina  non si siede più in quanto l’amianto è fuori legge anche per le mutande.

Se Milano piange, Genova, ferita dalla tragedia dell’alluvione, sorride come non la capitava da oltre vent’anni, vale a dire dai tempi di Aguilera e Skuhravý di  Mancini e Vialli, dello scudetto di Boskov e dell’Europa di Bagnoli.

Il Genoa ha affossato a casa sua l’Udinese reduce dalla bastonata di Firenze, mentre la Sampdoria di “er viperetta” e Mihaijovic ha battuto seccamente la Fiorentina che ha preso su e portato a casa la terza sconfitta (in dieci partite), ottenuta incassando tre reti e, per non farsi mancare nulla, sbagliando un calcio di rigore.

A Firenze dopo aver parlato di terzo posto, nel post-Udinese, ora è tornata la ragione e c’è chi si chiede dove possa arrivare una squadra che aspetta ancora Gomez e Rossi e ora comincia a aspettare anche Marin.

Per il terzo posto si sono mosse solo le genovesi ed il Napoli aprendo uno strappo nel trenino: domani la Lazio se vincerà con il Cagliari di Zeman aggancerà la Samp al terzo posto.

Venendo al calcio minore la Juventus ha vinto ad Empoli, ma la partita decisiva per la stagione bianconera si disputerà martedì a Torino dove arriverà l’Olimpyacos il cui nome suona ostico alle orecchie dei tifosi juventini che quando lo sentono corrono a toccare ferro o le proprie gonadi.

Ad Empoli hanno segnato Pirlo, stranamente su punizione, e Morata, ma la Juve ha giocato una partita ordinaria, senza brillare e l’unica cosa positiva sono i tre punti che sono assegnati anche in caso di prestazione censurabile.

Peggio della Juve ha fatto la Roma, che il Napoli ha battuto più nettamente del punteggio finale di 2-0. Il Napoli, che a Bergamo aveva buttato via due punti con un rigore fallito da Higuain e un gol grottescamente sbagliato da Callejon stavolta ne ha conquistati tre grazie alle prodezze degli stessi protagonisti. Leggendo le cronache (delle quali ho imparato a diffidare) ho capito che il Napoli ha fatto la partita a suo piacimento, mentre la Roma non è riuscita ad entrarvi.

Anche per i giallorossi mercoledì si gioca una partita che può risultare decisiva per il futuro in Scempionslig: a Monaco di Baviera li aspetterà il Bayern con la speranza che stavolta il diavolo sia meno brutto di quello che si era manifestato all’Olimpico. Se però qualcuno mi dice che Roma e Juve non hanno brillato a Empoli e Napoli per questo motivo gli rispondo che ognuno è libero di  credere a quello che vuole, ma io da tempo ho smesso di credere a Babbo Natale, anche se ammetto che sarebbe comodo.


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